Villa Torlonia è uno dei più affascinanti complessi costruttivi della Capitale, il cui ingresso principale è situato in Via Nomentana. Si tratta di una villa nobiliare romana che sorge in un giardino che colpisce per ricchezza e per la presenza di vari edifici che vanno scoperti gradualmente passeggiando all’interno del parco. Tra questi, la Casina delle Civette non può non colpire l’occhio del visitatore sensibile al fascino del mistero, del simbolismo e del fantastico.

Villa Torlonia - Ingresso

La villa è storicamente legata al nome della famiglia Torlonia. Più precisamente, Giovanni Torlonia diventato marchese alla fine del Settecento, acquistò la Villa Colonna affidando all’architetto Giuseppe Valadier, uno dei protagonisti italiani del movimento neoclassico, il compito di apportare migliorie all’edificio rendendolo una manifestazione artistica dello status nobiliare della famiglia. Di conseguenza, furono realizzati interventi sul Casino dei Principi, sulle Scuderie, sull’ingresso e anche sul giardino con un progetto maestoso in cui trovarono posto nel corso del tempo anche varie statue della classicità e i famosi obelischi.

Il complesso fu arricchito grazie all’iniziativa del figlio di Giovanni, Alessandro Torlonia, al quale si deve la sistemazione di altri edifici come il Tempio di Saturno e l’Anfiteatro, l’Aranciera, accanto ai laghetti, e a quello che in seguito sarebbe diventato appunto la Casina delle Civette, chiamata inizialmente Capanna Svizzera.

Il complesso è oggi una commistione eclettica di stili e atmosfere, richiami esotici, al medioevo e all’antichità secondo un gusto autocelebrativo. Ciò che tutti non sanno è che la villa fu per un certo periodo anche residenza di Mussolini, esattamente sino al 1943. Fu poi occupata delle truppe anglo-americane e soltanto nel 1977 divenne di proprietà del comune di Roma.

La Casina delle Civette a Villa Torlonia

La cosiddetta Casina delle Civette che fu residenza di Giovanni Torlonia jr. rappresenta un edificio unico e originale per stile e decorazioni. Si tratta di un edificio che sorge in una zona poco distante dalla residenza principale, in un luogo più raccolto e periferico. Fu commissionata da Alessandro Torlonia a Giuseppe Jappelli negli anni Quaranta dell’Ottocento. Oggi si mostra come una fusione di due complessi, il villino e una dipendenza, i quali risultano collegati tra loro da una galleria e da un passaggio sotterraneo.

A prima vista sembra quasi di essere all’interno di un villaggio medievale. Appunto, questa costruzione che per materiali e forme impiegate era tipicamente romantica, fu sistemata dal nipote di Alessandro, Giovanni Torlonia jr. A questo periodo risalgono le meravigliose vetrate, soprattutto quella con le famose civette, la cui presenza suggerì com’è facile immaginare il nome di Casino delle Civette che sostituì quello di Capanna Svizzera che un tempo identificava la costruzione. Questo tema iconografico era molto caro ad Alessandro, il quale cercò di introdurlo in numerose decorazioni legate agli ambienti di questo Casino tanto che si parla spesso di questo complesso come di un ricco vocabolario esoterico per la presenza di simboli. Lo spazio presenta oggi una commistione di stili e risulta arricchito dalle decorazioni in stile liberty elaborate nel corso del Novecento. Sicuramente le vetrate rendono questo edificio singolare e “visionario”.

Dopo un intervento promosso dal Comune di Roma, da parte dell’Assessorato alle Politiche Culturali Sovraintendenza ai Beni Culturali, Villa Torlonia, è visitabile nelle sue varie aree, dall’ottocentesco Casino Nobile, che è oggi Museo della Villa, al Casino dei Principi, sino al Museo della Casina delle Civette e al meraviglioso giardino.